Druidismo: principi antichi per un mondo nuovo

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druidismo-principi-antichi-per-un-mondo-nuovo[Druidismo: principi antichi per un mondo nuovo – Articolo di Raffaella Menolfi]

Vi era un tempo in cui la società era strutturata in maniera completamente diversa rispetto ad ora: tutto era sacro e non c’era separazione tra Spirito e Materia.

Qualsiasi cosa che riguardava il mondo spirituale aveva una sua corrispondenza nel mondo fisico e tutta la vita sociale era organizzata in modo tale da riprodurre il mondo spirituale nel mondo terreno.

In questo articolo mi riferisco alle credenze spirituali dei popoli di cultura celtica.

Una cultura diffusa in Europa prima dell’avvento e della diffusione del cristianesimo.

Una società nata dall’unione di diversi popoli che si incontrarono e diedero origine a qualcosa di nuovo.

Druidismo: principi antichi per un mondo nuovo

Il Druidismo (qui trovi un approfondimento) integrò il culto degli Dei maschili, con il culto neolitico della Dea Madre, creando una società fondata sul rispetto per la Terra e sulla consapevolezza dell’unione sacra tra tutte le cose viventi.

Erano consapevoli che per instaurare e mantenere un contatto con le altre manifestazioni del divino era necessario essere “puliti”.

Il Druidismo prevedeva quindi dei rituali di purificazione fisica, emotiva e mentale che permetteva di sentirsi parte della creazione divina.

Poi, un po’ alla volta, la spiritualità celtica è stata cancellata e sostituita dalla nuova religione, il Cristianesimo.

Tante credenze utili a mantenere in equilibrio il mondo degli uomini con il mondo invisibile delle forze della natura sono state distrutte e si sono create le basi della società attuale, caratterizzata dalla netta separazione tra Spirito e Materia.

Forse, però, visti i periodi di difficoltà che la società attuale sta vivendo, sarebbe opportuno riportare nel mondo moderno almeno alcuni insegnamenti del Druidismo

Quali erano le caratteristiche della società celtica che potrebbero tornarci utili?

Innanzitutto il loro valore più importante era la libertà. I Celti erano uomini e donne liberi. Togliere la libertà a qualcuno era considerato un reato.

I Celti non conoscevano il concetto di peccato come lo concepiamo noi oggi. Non c’era ancora il “peccato originale”.

L’unica forma di peccato era la mancata realizzazione di se stessi, cioè il non sviluppare e realizzare le proprie potenzialità.

C’era un perfetto equilibrio tra maschile e femminile. Le donne celtiche avevano gli stessi diritti degli uomini, non c’era supremazia degli uni sugli altri!

Nella società celtica bisognava rispettare tre grandi principi:

– Onorare gli Dei. Equivale ad onorare se stessi, imparare a conoscersi andando alla ricerca della nostra vera Essenza. Cercare il collegamento con lo Spirito per realizzare il nostro progetto di Vita.

– Fare il bene. Quello che facciamo deve essere utile per noi e anche per gli altri. Significa anche ricercare la perfezione nell’agire, fare del proprio meglio in qualsiasi situazione, rispettando la nostra libertà e quella degli altri.

– Praticare il coraggio. Cioè seguire la via del cuore. Agire ascoltando la forza del cuore.

La società celtica era meritocratica. Era una società gerarchica e divisa in classi sociali. Queste classi erano flessibili, era quindi possibile passare da una classe all’altra anche nella direzione di un miglioramento del proprio status sociale (e non solo in senso peggiorativo). Ciò incoraggiava gli individui a fare del loro meglio nella propria arte, mestiere o professione, per acquisire un nuovo status, migliore rispetto a quello della nascita.

I Celti avevano delle conoscenze molto evolute anche per quanto riguarda la morte e la reincarnazione.

Per loro l’anima era immortale.

Dopo la morte la Vita continuava.

E questo è un concetto talmente importante che ha fortemente influenzato anche l’arte celtica.

Ad esempio i nodi e gli intrecci celtici, rappresentavano la continuità della Vita, il continuo ciclo di morte e di rinascita.

Credevano anche nella reincarnazione.

A tale proposito però le teorie dei vari studiosi sono un po’ discordanti tra loro.

Quello che ancora non è ben chiaro è la modalità con cui si concretizzava la reincarnazione.

Queste sono le diverse teorie:

1) Passaggio dell’anima da un corpo all’altro, sia animale che vegetale;

2) Passaggio dell’anima da un corpo all’altro, ma sempre in forma umana;

3) Percezione di uno stato di coscienza differente. Alcuni uomini vivevano un’unione spirituale con tutte le cose ed entravano in profondo contatto con esse, tanto da riuscire a sentire la loro coscienza (ad esempio delle rocce, delle piante, dei fiori, degli animali, ecc.)

4) Alcuni autori sostengono che le anime dei defunti raggiungevano gli antenati morti in precedenza e continuavano la vita semplicemente da un’altra parte.

5) Altri autori invece negano il concetto di reincarnazione.

È certo comunque che credessero in un “Altro Mondo”.

Per questo si facevano seppellire con i loro oggetti: pensavano che gli sarebbero stati utili anche dopo la morte.

Credere in un “Altro Mondo” fece sì che i Celti non temessero la morte, come invece la temiamo noi oggi.

La morte fa comunque parte della Vita. Tweetta!

Presso i popoli di cultura celtica la società era divisa in tre classi sociali (il tre non è numero casuale e questa tripartizione è comune a tutti i popoli di origine indoeuropea):

• Druidi

• Guerrieri

• Artigiani, commercianti, produttori

I Druidi rappresentavano la classe sacerdotale, il cui compito era quindi quello di mettere in contatto il mondo terreno/materiale, con il mondo spirituale.

Ma questa è una descrizione molto restrittiva del loro ruolo nella società.

I Druidi dell’epoca possono essere paragonati ai nostri attuali professionisti.

Infatti, svolgevano tante diverse funzioni: erano letterati, filosofi, teologi, scienziati, intellettuali, diplomatici, poeti, musici, architetti, astrologi, astronomi, profeti, maghi, erboristi, giudici, consiglieri, pacificatori, fisici, insegnanti, medici, guaritori, sacerdoti e anche guerrieri.

Li possiamo definire dei veri e propri professionisti, perché l’apprendistato durava 20 anni!

I Druidi sceglievano e guidavano i re.

Il re doveva essere il servitore della terra e della tribù.

Veniva scelto tra i più valorosi guerrieri, ma prima di fare qualsiasi cosa doveva avere il benestare del Druido, cioè di colui che era in grado di interpretare i segnali del Divino.

La presenza del Druido nella gestione delle cose materiali/terrene riduceva i conflitti tra le varie tribù.

Spesso le controversie venivano risolte tramite i colloqui tra i Druidi stessi.

Col passare del tempo la casta dei Druidi si è suddivisa in sotto-caste e sono state introdotte le figure dei Vati e dei Bardi:

• I Vati erano gli interpreti dei misteri della natura, si occupavano della divinazione in vari modi. Ad esempio osservando e interpretando il volo ed il canto degli uccelli, o interpretando i loro stessi sogni. Secondo alcuni autori erano in grado di prevedere gli eventi futuri analizzando le visceri degli animali sacrificati. E, in base alle previsioni, agivano nella direzione più appropriata per il bene della comunità, tramite una profezia o un’opera poetica dedicata.

• I Bardi erano cantori e poeti, specializzati nell’utilizzo della parola in varie forme.

Si occupavano di eulogia, cioè di benedire attraverso la parola.

Memorizzavano e raccontavano i miti e le tradizioni del popolo.

Narravano vicende avvenute in territori lontani.

Celebravano le gesta eroiche dei guerrieri, contribuendo in questo modo ad accrescere il loro prestigio fino a farli innalzare alla carica di capo o re.

Ma, attraverso la satira, potevano anche mandarli in rovina, facendogli perdere il prestigio acquisito.

La satira doveva essere vera, altrimenti erano loro stessi ad essere puniti.

Al giorno d’oggi è ovviamente impossibile ricreare lo stesso tipo di società che c’era all’epoca.

Troppe cose sono cambiate.

Però possiamo prendere alcune delle caratteristiche della società celtica e trasferirle nel nostro quotidiano.

Druidismo: principi antichi per un mondo nuovo

Quindi, a fronte di quanto detto sopra, da dove possiamo ripartire per creare un futuro diverso da quello che stiamo creando?

Ricominciando ad aver maggior rispetto per la Terra, madre di tutte le cose viventi. Sviluppando la consapevolezza che la natura è viva e ha un’anima e cercando di stabilire un contatto con i suoi elementi: gli spiriti delle rocce, degli alberi, della terra, dell’acqua, degli animali.

Facendo dei rituali di purificazione per allinearci alle Energie del Divino.

Facendo attento uso delle parole che usiamo nel nostro agire quotidiano. Introducendo parole positive nel nostro vocabolario giornaliero e togliendo quelle negative. Senza che questo stravolga il nostro modo di essere e di proporci agli altri.

Impegnandoci ad onorare noi stessi, cercare la nostra vera Essenza e realizzare il nostro progetto di Vita.

Impegnandoci al meglio delle nostre capacità nell’esercizio delle attività quotidiane.

Ascoltando più il cuore della mente.

Facile?

No, sicuramente no: di cose da fare e soprattutto da imparare ce ne sono tante!

Però stimolante. Ognuno può partire da quello che gli è più congeniale.

Un po’ alla volta, seme dopo seme, ispirandoci agli insegnameni del Druidismo, abbiamo la possibilità di creare un mondo migliore, innanzitutto per noi stessi e poi anche per gli altri.

Noi cominciamo dal nostro piccolo a fare quello che possiamo.

Poi, chissà!

[Druidismo: principi antichi per un mondo nuovo – Articolo di Raffaella Menolfi]

PS:
Guarda questo video interessante sul Druidismo:

PPS:
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